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Sapevate qual è uno degli addi più commoventi e toccanti di tutta la letteratura?
Nell’Iliade c’è una scena indimenticabile, ma non voglio parlarvi di Ettore e Andromaca.

Ecco, Patroclo è appena morto. Ettore sa che deve affrontare Achille. Deve affrontarlo, ma ha paura. Sa che non può tirarsi indietro, eppure esita. E proprio in quel momento compare Andromaca. Sta piangendo. Singhiozza. Non affrontare quell’uomo crudele, supplica il marito. «Non lasciarmi. Pensa a nostro figlio!» Commosso e straziato dal pianto di lei, Ettore la abbraccia. La accarezza. 

«Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell’eternità.» 

Poi tende le braccia per prendere il figlio in braccio. Ma il bambino si spaventa perché il padre indossa l’elmo e non lo ha riconosciuto. Allora Ettore si toglie l’elmo e il piccolo Astianatte gli sorride. Eccolo qui, l’eroe greco per eccellenza, che sorride al figlio e il figlio gli sorride di rimando. Ma Ettore non lo prende in braccio, invece rimane così a guardarlo.
Lo guarda mentre il bambino gli sorride, lo guarda per l’ultima volta. 

E in quello sguardo c’è tutto: c’è l’amore di un padre che guarda negli occhi il proprio figlio, c’è il desiderio di vederlo crescere, di vederlo diventare grande, c’è la paura di non potergli restare accanto, e la consapevolezza di dovergli addio.

Ecco, questo è il momento più toccante di tutta l’Iliade: non le parole d’amore, gli abbracci, le lacrime appassionate di Andromaca, ma il momento in cui padre e figlio si guardano negli occhi per l’ultima volta.

Perché la vera forza non si misura in cosa vinci, ma in cosa proteggi. 

Omero, il cantore della guerra, forza, dell’onore, ci ha regalato uno degli addii più commoventi di tutti! Quello tra un padre e un figlio. 

Perché alla fine non rimpiangeremo i piaceri che non abbiamo avuto, le ricchezze che non abbiamo accumulato, i divertimenti che non abbiamo vissuto, ma i «ti voglio bene» o i «ti amo» che non abbiamo detto, gli abbracci che non abbiamo dato, il tempo che non abbiamo dedicato o trascorso con coloro che che amiamo. 

La ricchezza della vita è tutta qui, ecco cosa ci sta dicendo Omero, nelle persone che ci stanno accanto. 

In coloro che amiamo.  

Abbiatene cura!

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