Marco 6:1-3 ”Da dove gli viene tutto questo?”
Quando Gesù tornò a Nazareth, la sua città natale, i suoi concittadini rimasero confusi. Lo ricordavano come un semplice falegname, una persona comune che ora, però, parlava con autorità, compiva opere straordinarie ed era seguito da un gruppo di discepoli.
Si chiedevano: “Come ha fatto a diventare così? È davvero lo stesso Gesù che conosciamo?”
Questa reazione non è poi così strana.
Per chi ci conosce da sempre, vedere un cambiamento autentico in noi può risultare difficile da accettare. E spesso, anziché riconoscere la trasformazione, la criticano o addirittura ci prendono in giro.
Quando scegliamo di seguire Gesù, qualcosa in noi inizia a cambiare. Non si tratta di una semplice “miglioria”, ma di un vero e proprio stravolgimento interiore, quello che la Bibbia chiama metanoia: un radicale cambio di direzione, un nuovo modo di pensare, di agire, di vedere la vita.
Questo cambiamento, ovviamente, non passerà inosservato. Chi ci è vicino potrebbe trovarlo strano, persino fastidioso. “Ma che ti è successo? Non eri così!” È una reazione normale. Essere fraintesi, giudicati o anche derisi fa parte del percorso. È una piccola sfida da affrontare, sapendo che la trasformazione che Dio opera in noi vale ogni difficoltà. Gesù stesso ci aveva avvisato che seguirlo non sarebbe stata una passeggiata.
Qualcuno ti ha mai detto: “Ricordo quando tu…”? Di solito questa frase introduce un aneddoto imbarazzante o un episodio che avresti preferito dimenticare. Chi ci conosceva “prima” e non ci conosce “adesso” tende a ricordare i nostri errori del passato, i momenti più goffi o le scelte sbagliate e li puntualizza con molti dettagli. E anche se siamo cresciuti, siamo visti attraverso quella lente del passato. Una vera sfida per la nostra anima!
Gesù stesso ha vissuto questa esperienza. Pur essendo perfetto, senza mai aver fatto un errore, anche Lui ha incontrato resistenze e pregiudizi. A Nazareth, molti non riuscivano a vedere oltre l’immagine del ragazzo che avevano conosciuto, così, invece di celebrare ciò che era diventato, si sono chiusi nell’incredulità.
La vita cristiana non è una serie di eventi grandiosi o momenti spettacolari. È vivere ogni giorno alla luce di ciò che Dio sta facendo in noi, lavorando affinché che il cambiamento interiore si rifletta nelle nostre azioni, nei nostri comportamenti e anche in ciò che condividiamo con gli altri, in libertà e con amore.
Non aspettarti che tutti capiscano.
Anzi, chi conosceva il “vecchio te” potrebbe rimanere perplesso o persino infastidito. Ma questo è normale. Il vero obiettivo non è essere accettati da tutti, ma vivere una vita che onori il cambiamento che Gesù ha iniziato in noi. E quella trasformazione, a lungo andare, sarà visibile anche agli altri e sarà lì, nella tua testimonianza, che avranno l’opportunità di conoscere quell’amore che ha travolto la tua vita.